Prima di Avvento: leggersi dentro con il Vangelo della Domenica!
Aspetti qualcuno? Il tempo difficile della fedeltà
di P. Gaetano Piccolo s.j.*
«Stiamo svegli
nella carne,
per quanto ci è
possibile, per pregare;
e preghiamo di
poter arrivare là dove
anche nella carne saremo svegli senza fine»
Sant’Agostino,
Discorso 223 J, 1
Un tempo difficile
Stiamo
attraversando sicuramente un periodo molto difficile, caratterizzato dalla
sofferenza, dalla morte e dalla limitazione della libertà, costretti a
trasformare il nostro modo di vita abituale. Siamo stati costretti persino, in
alcuni momenti, a rinunciare all’Eucaristia. Ci sembra di trovarci in una notte
profonda che non accenna a finire. Quando l’oscurità si prolunga, la speranza
facilmente viene meno: prima gridiamo, ci ribelliamo, poi pian piano ci
rassegniamo.
Cosa vuol dire vegliare
Proprio pensando a questo clima di lamentela o di passività, mi sono ricordato dei tanti martiri, molte volte anonimi, che hanno affrontato altre notti, anche più buie di quella che stiamo attraversando noi. In particolare mi è tornata alla mente la storia delle suore stimmatine in Albania: verso la fine degli anni ’40, con l’avvento del regime comunista di Enver Hoxha, uno dei regimi più spietati che arrivò a dichiarare l’Albania Stato ateo nella Costituzione del Paese, vista l’impossibilità di continuare la loro opera, le suore mandarono a casa tutte quelle ragazze che avevano chiesto di entrare nella Congregazione.
Dopo la caduta del
regime, nel 1991, le suore stimmatine riuscirono a rintracciare le compagne che
erano state mandate a casa all’inizio della persecuzione: in tutto quel tempo
erano rimaste fedeli in attesa che la notte passasse. Di quelle giovani, ne
erano ancora vive 28 e finalmente ebbero tutte la possibilità di fare la loro
professione religiosa. Tutte erano rimaste a vegliare, certe che il Signore
sarebbe tornato. E in questo furono sostenute dal sangue dei martiri, tra cui
Maria Tuci, una di loro, fatta prigioniera e torturata in maniera brutale.
Il Signore ha lasciato la sua casa?
Forse anche noi
abbiamo l’impressione che il Signore sia «partito, dopo aver lasciato la sua
casa…». Il Vangelo di questa domenica comincia proprio con questa immagine. Non
sappiamo perché, ma sentiamo di essere rimasti soli. Forse però anche a noi, a
ben guardare, il Signore, come il padrone della parabola, ha affidato un
compito. Comprendere o riscoprire quel compito ci aiuterebbe a dare un senso
alla nostra vita in questo tempo oscuro e ci consentirebbe anche di vivere
l’attesa senza scoraggiarci. Qual è il compito che il Signore mi ha affidato
prima di partire? Vegliare è anche non dimenticarsi di quello che mi è stato
chiesto.
Oltre al compito affidato a ciascuno, nel testo del Vangelo viene menzionato anche un incarico specifico: l’uomo che è partito e ha lasciato la sua casa ha chiesto al portiere di vegliare. Qualcuno ha il compito specifico di aiutare a rimanere svegli. Credo che qui occorra interrogarsi: nella notte che stiamo vivendo a chi è chiesto di mantenere accesa la lampada? Chi ha il compito di sostenere i servi affinché non si addormentino?
Quale immagine di Dio?
Chissà se le giovani delle suore stimmatine, in tutti quegli anni (non alcuni mesi) si saranno chieste perché il Signore stava permettendo quella tragedia. Forse nel tempo della prova viene fuori quello che ci portiamo nel cuore, soprattutto emerge quale immagine di Dio ci abita.
Davanti
all’incertezza di questi mesi, davanti al dolore e alla morte, probabilmente ci
stiamo chiedendo perché il Signore non risponda alle nostre preghiere, forse ci
chiediamo addirittura se tornerà o se ci abbia lasciati per sempre. Per questo
è importante aiutarci a tenere vivo il ricordo del padrone della casa: com’era
il suo volto? Quali parole ci ha affidato? Facendo memoria dell’esperienza che
abbiamo vissuto con lui, possiamo pensare che ci abbia abbandonato per sempre?
Participio passato
In altre parole
dobbiamo riappropriarci del senso dell’Avvento come participio passato:
ad-ventum vuol dire colui che è già venuto verso di noi! Il Signore è venuto in
mezzo a noi e non ci lascerà mai più. Avvento è memoria di un evento che si fa
presente. Vuol dire vedere in mezzo a noi oggi i segni di Dio che è venuto per
rimanere con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo!
Leggersi dentro
·
Con
quali sentimenti nei confronti del Signore sto affrontando questa notte?
·
Qual
è il compito che il Signore mi ha chiesto di svolgere in questo tempo di buio?
*Ordinario di Metafisica e Decano della Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana.
®Articolo tratto dal blog Rigantur mentes, tutti i diritti sono riservati.
Peter Paul Rubens, Night scene |