Ripresa delle Celebrazioni con il popolo, il Messaggio dell'Arcivescovo
Mons. Orazio
Soricelli
Arcivescovo di
Amalfi – Cava de’ Tirreni
Ai battezzati
dell’Arcidiocesi di Amalfi - Cava de’ Tirreni
Carissimi fratelli e sorelle,
dal 18 maggio 2020, finalmente, si potrà
riprendere a celebrare comunitariamente l’Eucaristia.
“Allora gridammo al Signore, al Dio
dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra
umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione” (cfr. Dt 26,7)
Lui ci dona la consolazione e la grazia di
poter rivivere l’Eucaristia comunitaria, dopo mesi di digiuno forzato, pur
nelle limitazioni che ancora questo tempo richiede e nelle precauzioni da
osservare con cura.
Abbiamo vissuto queste lunghe settimane di
emergenza sanitaria, di notizie dolorosissime, di tanti fratelli che non sono
sopravvissuti al contagio e tante lacrime… a tutto questo si è aggiunto anche
il “digiuno Eucaristico”. Ci siamo sentiti come i discepoli, su una barca in
tempesta, la nostra fede è stata messa alla prova e abbiamo rischiato di
lasciarci sopraffare dalla paura e dallo scoraggiamento.
Ora guardiamo con più serenità i giorni
che ci stanno davanti, ma è utile non dimenticare l’esperienza fatta, facendo
tesoro di quanto vissuto; soprattutto non dobbiamo dimenticarci che il Signore
è stato accanto a ciascuno di noi, e anche se abbiamo dubitato qualche volta
della sua presenza, Lui era lì, sulla nostra stessa barca, nel mare in
tempesta, e non ci ha mai abbandonati e mai ci abbandonerà. Nelle avversità è
stato e sarà con noi, ha ascoltato il nostro grido, la nostra voce, ha visto la
nostra tribolazione e la nostra miseria.
Se la nostra fede uscirà rafforzata e
purificata da questa pandemia avremo compreso che “questa è la forza di Dio:
volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il
sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai” (Papa
Francesco).
Riprendendo, dal 18 maggio, la
celebrazione comunitaria dell’Eucarestia, non dimentichiamo neanche le cose
buone che abbiamo vissuto in queste tragiche settimane:
-
ricordiamoci
di quanto siano importanti le nostre famiglie, chiese domestiche, nelle quali
abbiamo potuto vivere e celebrare il nostro essere Chiesa;
-
ricordiamoci
che la Santa Messa celebrata assieme non va separata dalla “Santa Messa della
vita“, e che la fede deve mostrarsi e affermarsi soprattutto nella vita
concreta, quotidiana, solidale;
-
ricordiamoci
della nostalgia che abbiamo avuto nel non poter partecipare alla Messa, nel non
poter entrare in una chiesa, nel non poterci incontrare come comunità,
ricordiamocelo quando riprenderemo i ritmi di sempre e ci sarà il rischio
dell’abitudine e anche della noia. Se l’esperienza della tempesta ci è servita,
non ci spaventano le incertezze del domani, ma non dimentichiamo chi eravamo
ieri prima di questa pandemia, per vivere bene oggi.
Carissimi, ancora abbiamo davanti a noi
l’impegno e la responsabilità di contenere il contagio con i comportamenti
virtuosi che ci sono stati indicati nel Protocollo circa la ripresa delle
celebrazioni con il popolo, predisposto dalla Conferenza Episcopale
Italiana, esaminato e approvato il 6 maggio 2020 dal Comitato
Tecnico-scientifico e sottoscritto il 7 maggio 2020 dal Presidente della CEI
card. Gualtiero Bassetti, dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe
Conte e dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
Abbiamo la viva speranza che usciremo da
questa tempesta rafforzati come società e come Chiesa, se avremo il coraggio di
fermarci e di riflettere, se avremo la capacità di non continuare tutto
semplicemente come prima, se avremo la sapienza di ripensare le nostre
responsabilità nei confronti della creazione.
Nell’ora più buia, neanche i nostri
sacerdoti ci hanno lasciato soli, hanno fatto sentire la loro vicinanza
attraverso un’intensa attività caritativa, che si è moltiplicata di fronte alle
tante nuove situazioni di povertà e ha coinvolto numerosi volontari. Anche la
vita spirituale e l’attività pastorale, per quanto si poteva, sono proseguite,
attraverso nuovi strumenti e modalità. I vostri sacerdoti non hanno mai
interrotto la celebrazione del culto a nome della Chiesa. Anche quando hanno
celebrato da soli o con pochissime persone, o servendosi delle dirette facebook
lo hanno fatto a nome di tutti, continuando a offrire per tutto il popolo il
sacrificio di lode nel memoriale della passione e risurrezione del Signore. A
loro il mio grazie personale e la mia ammirazione, a voi la richiesta di
pregare per essi, affinché anche tra le loro fragilità possa manifestarsi la
presenza del Signore accanto a ciascuno di noi.
L’emergenza del coronavirus ha colpito in
modo particolarmente duro un settore nevralgico della vita economica e sociale
della nostra Diocesi, quello del turismo con tutto il suo indotto che coinvolge
tantissime famiglie della nostra amata Costiera Amalfitana e della nostra bella
Valle Metelliana.
Il mio pensiero, in un momento di tante
difficoltà del settore, si rivolge a tutti voi operatori turistici, invitandovi
a non perdervi di coraggio, a tirare fuori tutte le vostre capacità
imprenditoriali che hanno reso la nostra terra famosa in tutto il mondo per la
sua bellezza, e la sua ospitalità. Vi esorto a fare il possibile nel tenere
presenti anche i tanti lavoratori e le loro famiglie che hanno, insieme con
voi, reso grande la nostra industria turistica. Stringiamo tutti i “denti”,
perché nessuno resti da solo e soprattutto nella necessità.
Solo dalla sincera collaborazione tra
tutti coloro che sono impegnati nel mondo del turismo, potranno emergere
costruttive proposte per uscire dall’emergenza e tornare lentamente alla
normalità. Il rilancio del turismo, nelle nostre zone, risulterà più efficace
se riusciremo ad essere coesi e a proporre soluzioni convincenti e condivise,
che vadano anche oltre l’emergenza di queste ore. Se ripartirà il turismo,
ripartirà l’Italia. La nostra Costiera e la Valle Metelliana hanno tantissime
potenzialità, possono giocare un ruolo da attori protagonisti in questa
ripresa.
Un pensiero di gratitudine lo voglio
riservare a tutti gli operatori sanitari e in particolare ai medici dei due
nostri presidi ospedalieri di Cava e di Castiglione, agli infermieri, ai medici
di base e ai volontari che con tanta dedizione e a rischio della propria vita hanno
lavorato e sudato per preservare la salute di tutti noi, in questo tempo di
pandemia. Uno tra tutti voglio ricordare il dott. Antonio De Pisapia, il medico
“di famiglia” nel vero senso della parola morto a Cava de’ Tirreni dopo essere
stato contagiato dal covid -19. Grazie per il loro sacrificio e la loro
cristiana testimonianza.
Una preghiera vi chiedo di elevare a Dio
per gli ammalati di covid -19, per i defunti e le loro famiglie, erano e sono
nostri fratelli. La nostra preghiera per i defunti e il nostro affetto e
vicinanza per i malati.
Continuiamo, carissimi, a vivere questo
tempo di prova come il tempo del nostro giudizio: il tempo di scegliere che
cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo
è. Continui ad essere, questo, il tempo di reimpostare la rotta della vita
verso il Signore e verso i fratelli.
Amalfi, 15 maggio 2020
+ Orazio Soricelli,
Arcivescovo
Il presente messaggio sarà letto all'inizio di tutte le Celebrazioni Eucaristiche di Domenica 24 Maggio, Solennità dell'Ascensione del Signore, per disposizione dello stesso Mons. Arcivescovo.
Sabato 23, alle ore 17, in segno di festa suoneranno le campane di tutte le Chiese della Diocesi!
Per leggere gli orari delle Celebrazioni Eucaristiche e di apertura delle Chiese della Parrocchia di S. Maria a Mare per la preghiera personale clicca qui.