Ultim'ora: Mons. Domenico Battaglia nominato arcivescovo di Napoli

 


    Mons. Domenico Battaglia è il nuovo Arcivescovo di Napoli. La notizia è stata resa nota pochi minuti fa dal Card. Crescenzio Sepe, ora amministratore apostolico in una riunione indetta presso Palazzo Donnaregina alla presenza dei membri della Curia partenopea e di numerosi giornalisti: «Il Santo Padre ha nominato sua eccellenza Domenico Battaglia nuovo arcivescovo metropolita di Napoli. Noi accogliamo con tanta gioia la decisione del Papa anche perché monsignore Battaglia è uno dei nostri, è parte della Conferenza episcopale campana da quattro anni" in qualità di vescovo di Cerreto Sannita. [...] Lascio una Diocesi ricca di difficoltà ma anche di tanta Santità. Abbiamo tantissimi sacerdoti sono la vera anima di una comunità che si riflette in azioni sociali e in una una ricchezza di bontà e di umanità ineguagliabile». 

    La nomina di Mons. Battaglia alla Cattedra di S. Aspreno era già nell’aria da diversi mesi, per la precisione dal gennaio 2020, da quando il Santo Padre lo aveva ricevuto in udienza privata in Vaticano. Nelle ultime ore, però, la notizia ha girato «insistentemente […] all’interno dei sacri palazzi», così come riferito da il Quotidiano del Sud. Lo stesso Sepe all'inizio dell'incontro ha osservato come «i segreti pontifici divengano spesso i segreti di Pulcinella». Sarà «Il vescovo che solo 8 mesi fa tuonava contro il capitalismo selvaggio e quei potenti messi a nudo dal virus, che sapevano "vivere solo per se stessi e per il loro denaro"» che «guiderà la Chiesa di Napoli, la capitale del Sud impoverita dalla crisi.», scrive Conchita Sannino per la Repubblica di Napoli, che commenta: «Un pastore giovane, nominato vescovo da Bergoglio nel 2016, profondamente proiettato nella vicinanza ai fratelli più fragili e, insieme, noto per la sua solida spiritualità e l'ancoraggio alla radicalità del Vangelo.» Pochi minuti fa la pubblicazione della Nomina a pastore della Chiesa partenopea sul Bollettino della Sala stampa della Santa Sede

    Sua Ecc. Mons. Domenico Battaglia, per i suoi figli amorevolmente “don Mimmo”, è nato a Satriano, in provincia di Catanzaro e Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, il 20 Gennaio 1963. Dopo gli studi filosofico-teologici nel Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro è stato ordinato Sacerdote il 6 Febbraio 1988 da S.E. Mons. Antonio Cantisani nella Chiesa di Santa Maria di Altavilla di Satriano (CZ). 

    Dal 1989 al 1992 è stato Rettore del Seminario Liceale di Catanzaro e Membro della Commissione diocesana “Giustizia e Pace”. Dal 1992 al 1999 ha ricoperto diversi incarichi in Parrocchia e a livello diocesano, durante la sua attività pastorale all’interno dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace si è interessato dei più deboli e degli emarginati tanto da essere chiamato “prete di strada”.

    Dal 1992 al 2016 ha guidato il “Centro Calabrese di Solidarietà” (Comunità dedita al trattamento e al recupero delle persone affette da tossicodipendenze), struttura legata alle Comunità Terapeutiche (FICT) di don Mario Picchi. Dal 2000 al 2006 è stato Vicepresidente della “Fondazione Betania” di Catanzaro (Opera diocesana di assistenza-carità). Dal 2006 al 2015 ha ricoperto l’incarico di Presidente Nazionale della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche (FICT).

    Dal 2008 è stato Canonico del Capitolo Cattedrale di Catanzaro.

    Eletto alla sede vescovile di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti il 24 Giugno 2016 da Papa Francesco, riceve la consacrazione episcopale il 3 Settembre 2016, nella Cattedrale di Catanzaro, dall’Arcivescovo Mons. Vincenzo Bertolone, co-consacranti Mons. Antonio Cantisani e Mons. Giancarlo Maria Bregantini. Prende possesso canonico della Diocesi il 2 Ottobre 2016 con il solenne ingresso nella Cattedrale di Cerreto Sannita (BN) dove è stato accolto da una folla festante, dopo aver visitato l’Istituto Penale per i minori di Airola (BN).

    Il 12 dicembre 2020 è stato nominato Arcivescovo Metropolita di Napoli.

    Osserva Gianni Cardinale su Avvenire che a Napoli «arriva a una età simile a quelle di due suoi recenti predecessori (Michele Giordano e Corrado Ursi), mentre per trovare un calabrese alla guida della diocesi dell’antica capitale borbonica bisogna risalire al cardinale Luigi Ruffo Scilla - da non confondere con il coevo porporato sanfedista Fabrizio Ruffo – che fu arcivescovo dal 1802 al 1832 ma venne costretto a lasciare la città, perché prigioniero di Napoleone in Francia, tra il 1806 e il 1815».

    Nel Messaggio alla Diocesi così scrive: «Verrò tra voi come fratello tra i fratelli, accogliendo con gioia la doverosità del mio servizio a voi, porzione di popolo di Dio conosciuta in tutto il mondo, Napoli, incrocio di bellezza e di ricchezze umane all'ombra del Vesuvio. Con la sua complessità e i suoi evidenti problemi, alcuni antichi e altri nuovi, rappresenta il vero tesoro del nostro Sud, con i suoi limiti e le sue possibilità. La capacità di resistere, reggendo per così dire anche al crollo di molte speranze, che trovo simile a quella della mia gente di Calabria, è la vostra e la nostra risorsa più grande. Accanto al desiderio di questa umanità che vuole rialzarsi, ci sono tanti che sperano e lottano ogni giorno per la giustizia, l'onestà, l'uguaglianza e la preferenza verso i più deboli ma anche per la mancanza del lavoro che rimane la vera piaga di questa nostra società. Con questa speranza, con questa forza, desidero venire tra voi e condividere la vita e il cammino della nostra fonte battesimale.
Anche se non conosco ancora i vostri volti, tendo le mie mani a voi. Non solo a chi condivide la speranza cristiana, ma a tutti coloro che, in modi diversi, si impegnano ogni giorno, pur nella durezza del vivere quotidiano, a rendere più umana l'umanità più civile la civiltà. Vengo con cuore aperto, specialmente verso coloro che sono i feriti della vita, verso tutti i cercatori di Dio e verso tutti quelli che Dio cerca, vengo verso i promotori del bene, della giustizia e della legalità. Vengo come un viandante che desidera camminarvi accanto, convinto che solo insieme possiamo seguire l’unico Maestro e Pastore, Gesù, Signore della vita e della storia! A Lui dovranno ispirarsi i nostri criteri, i piani pastorali, le scelte concrete, i comportamenti quotidiani. Gesù ci invita ad abitare una Chiesa che esce dai suoi sacri recinti per mettersi al servizio del territorio, a partire dagli ultimi. Una Chiesa dunque dove non si celebrano solo dei riti ma la vita e le speranze delle donne e degli uomini del nostro tempo. Su questa strada cercheremo di essere insieme artigiani di pace, cercatori di un infinito che intercetta i limiti per farne possibilità, costruttori infaticabili di speranza» e ringrazia il Card. Sepe per «la familiarità, la paternità, l’attenzione alla carità che hanno caratterizzato il suo ministero»

    Dalla Parrocchia di S. Maria a Mare in Maiori il nostro augurio più caro a Mons. Battaglia perchè possa essere il suo un servizio agli ultimi, nelle nostre zone sempre più bistrattate e rese oggetto di azioni disumanizzanti, alla riscoperta dei valori autentici delle nostre Chiese campane. S. Gennaro, S. Aspreno e tutti i santi napoletani veglino sul suo ministero!


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