Nove anni di Pontificato per destare l’umanità da una sonnolenza pericolosa

Nove anni di Pontificato per destare l’umanità da una sonnolenza pericolosa

Nell’episodio evangelico della Trasfigurazione si vedono Pietro, Giovanni e Giacomo che si addormentano, mentre Gesù prega. Forse anche loro lo stavano facendo fino a quando la stanchezza prevale. “Fratelli, sorelle, questo sonno fuori luogo – ha detto Francesco nella breve catechesi che ha preceduto l’Angelus – non somiglia forse a tanti sonni che ci vengono durante momenti che sappiamo essere importanti? Magari alla sera, quando vorremmo pregare, stare un po’ con Gesù dopo una giornata trascorsa tra mille corse e impegni. Oppure quando è ora di scambiare qualche parola in famiglia e non si ha più la forza”.

Alla nostra volontà di rimanere “più svegli, attenti, partecipi”, ha sottolineato Francesco, “viene incontro il tempo della Quaresima come opportunità di risveglio”, un tempo dunque “in cui Dio vuole svegliarci dal letargo interiore”, da questa sonnolenza che ci prende e che “non lascia esprimere lo Spirito”. Tenere sveglio il cuore, infatti, è anche una grazia che dobbiamo chiedere. “Con le nostre sole forze non ce la facciamo” e, come gli apostoli che furono svegliati dalla luce di Cristo, “anche noi – ha spiegato il Pontefice – abbiamo bisogno della luce di Dio, che ci fa vedere le cose in modo diverso; ci attira, ci risveglia, riaccende il desiderio e la forza di pregare, di guardarci dentro, e di dedicare tempo agli altri. Possiamo superare la stanchezza del corpo con la forza dello Spirito di Dio. Lo possiamo fare, ad esempio, aprendo il Vangelo e lasciandoci stupire dalla Parola di Dio, perché la Scrittura illumina i nostri passi e fa ardere il cuore. Oppure possiamo guardare il Crocifisso e meravigliarci davanti all’amore folle di Dio, che non si stanca mai di noi e ha il potere di trasfigurare le nostre giornate, di dare loro un senso nuovo, una luce diversa, una luce inattesa”.

Una meditazione, quella del Papa “chiamato quasi dalla fine del mondo”, che se anche non cita direttamente il nono anniversario dell’elezione, indubbiamente ne richiama il senso: Jorge Mario Bergoglio in tutte le attività di questi anni ha cercato di svegliare la Chiesa da un sonno profondo e destare così il mondo intero che sembra sull’orlo di un precipizio ma non se ne rende conto. Ancora ieri, nella messa al Gesù per il IV centenario di canonizzazioni fondamentali come quella di Sant’Ignazio di Loyola, Bergoglio ha esodtato a “non lasciarsi anastetizzare” dal consumismo. “Per seguire Gesù – ha detto il Papa – bisogna dunque lasciare le pianure della mediocrità e le discese della comodità; bisogna lasciare le proprie abitudini rassicuranti per compiere un movimento di esodo”.

La bravissima vaticanista di Vatican News, Isabella Piro, ha elencato in una nota i temi affrontati dal Papa in questo Pontificato che si avvia a concludere il primo decennio, ed emerge dal suo elenco proprio questa volontà di richiamare ciascuno ai suoi doveri morali.

La pace

Il 2021 si è aperto e chiuso all’insegna dell’invocazione alla pace, soprattutto grazie a due viaggi apostolici: a marzo, quello in Iraq e a dicembre quello a Cipro e in Grecia. In entrambe le trasferte è risuonato l’appello di Francesco a lottare contro ogni forma di violenza e a tornare alle sorgenti di umanità e fraternità. Parole ribadite anche a settembre 2021, durante il viaggio a Budapest e in Slovacchia, nel quale Francesco ha condannato ogni forma di distruzione della dignità umana.

La pandemia

Ma il 2021 è anche legato a filo doppio con il 2020 dalla pandemia da Covid-19 che costringe il mondo a fermarsi, sgomento. Francesco esorta costantemente alla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini, affinché il siero sia accessibile a tutti, senza disparità. Restando vicino ai fedeli con la preghiera e l’aiuto della tecnologia, egli dona coraggio al mondo, invitandolo ad affidarsi al Signore. “Abbracciare la sua Croce – dice Francesco nell’indimenticabile “Statio Orbis” presieduta il 27 marzo 2020 sul sagrato della Basilica vaticana – significa permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà”. Ed è proprio la fraternità il termine racchiuso nella Fratelli tutti, la terza Enciclica del Pontefice firmata il 3 ottobre di due anni fa ad Assisi, sulla tomba di San Francesco. Una lettera circolare che richiama all’amicizia sociale e dice no alla guerra per costruire un mondo migliore.

La lotta agli abusi

Anche nel 2019 risuona la parola fraternità, con il documento sulla “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune”, siglato il 4 febbraio, ad Abu Dhabi, dal Papa e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib. Il testo condanna violenza e terrorismo, promuovendo il rispetto reciproco e il dialogo interreligioso, e rappresenta una tappa fondamentale nelle relazioni tra cristianesimo e Islam. A connotare il 2019, tuttavia, c’è anche la lotta agli abusi: a febbraio, in Vaticano, si tiene un incontro sulla protezione dei minori, caratterizzato da una chiara volontà di penitenza, responsabilità, verità e trasparenza nella Chiesa. Il vertice porta sia alla stesura del Motu proprio Vos estis lux mundi che stabilisce nuove procedure per segnalare molestie e violenze, e assicurare che vescovi e superiori religiosi rendano conto del loro operato, sia all’abolizione del segreto pontificio per i casi di abusi sessuali.

La piaga degli abusi commessi da alcuni membri del clero contrassegna anche il 2018, con casi specifici relativi al cardinale George Pell, all’ex sacerdote cileno Ferdinando Karadima e all’ex cardinale Theodore McCarrick. Il primo viene processato in Australia, trascorre ingiustamente tredici mesi in carcere e alla fine viene prosciolto. Karadima e McCarrick, invece, vengono dimessi dallo stato clericale da Francesco. Il 20 agosto, poi, il Papa scrive una Lettera al popolo di Dio in cui ribadisce la via della verità, della giustizia, della prevenzione e della riparazione. “Le ferite non vanno mai prescritte”, afferma Francesco, rimarcando la vicinanza della Chiesa alle vittime e deplorando il clericalismo che trasforma il servizio sacerdotale in potere, alimentando l’abuso.

I poveri e la misericordia

A risuonare maggiormente nel 2017, invece, è la parola “poveri”: cinque anni fa, infatti, si celebrava la prima “Giornata mondiale” dedicata a loro. “Accostare chi è più povero di noi – dice Francesco – ci ricorderà quel che veramente conta: amare Dio e il prossimo”. La ricorrenza viene indetta dal Papa con la Lettera apostolica Misericordia et misera che conclude il Giubileo straordinario della misericordia, svoltosi nel 2016. Incentrato sul tema “Siate misericordiosi come il Padre”, l’evento ha carattere “diffuso”, ovvero offre la possibilità di aprire una Porta Santa in ogni chiesa del mondo, rendendo così concreta quella attenzione alle periferie così cara al Pontefice.

L’ecologia integrale e la giustizia sociale

La salvaguardia del Creato è indubbiamente il tema portante del 2015. Due gli eventi che caratterizzano questo anno: la firma, il 24 maggio, dell’Enciclica, la Laudato si’ sulla cura della casa comune, e l’istituzione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, da celebrarsi ogni anno il primo settembre. Entrambi gli avvenimenti richiamano alla necessità di promuovere un’ecologia integrale che metta insieme non solo la cura per l’ambiente, ma anche la giustizia sociale e l’equità per i poveri. Inoltre, Francesco ricorda che la vocazione ad essere custodi, e non padroni, del Creato accomuna tutti i cristiani ed ha quindi carattere ecumenico.

L’importanza della famiglia

Tra il 2015 e il 2014 il focus dell’attuale Pontificato è la famiglia, cui Francesco dedica ben due Sinodi: uno straordinario, intitolato “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, ed uno ordinario sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. Da entrambe le Assemblee emerge la preoccupazione del Papa per gli attacchi cui viene sottoposta la famiglia da parte di una società sempre più individualistica. A fare da antidoto a questa tendenza, nell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, dell’8 aprile 2016, Francesco richiama la bellezza della famiglia basata sul matrimonio indissolubile tra uomo e donna, pur senza dimenticare le fragilità che vivono alcune persone, come i divorziati risposati. Tale importanza verrà sottolineata anche attraverso l’indizione di uno speciale Anno della Famiglia-Amoris Laetitia che si svolge per tutto il 2021 e per metà del 2022. A concluderlo, sarà il decimo Incontro mondiale delle Famiglie, in programma a Roma il prossimo giugno sul tema “L’amore familiare: vocazione e cammino di santità”.

Le novità del Pontificato

E ancora: le pagine del tempo riportano al 2013, l’anno delle novità. Sin dal momento della sua elezione, il 265.mo Successore di Pietro imprime alla Chiesa un nuovo slancio missionario che si declina lungo direttrici diverse, ma tutte convergenti esplicitamente nel Vangelo. Esemplare, in questo senso, è il nome per il quale Bergoglio opta, ovvero Francesco. Prima di lui, nessun Pontefice lo ha mai scelto, così come prima di lui nessun Papa è stato membro della Compagnia di Gesù, né originario dell’America Latina né, in tempi moderni, eletto dopo la rinuncia del suo predecessore. Altrettanto nuovo è il fatto che Francesco decida di risiedere presso Casa Santa Marta e non nel Palazzo Apostolico. Una scelta che denota uno stile di vita molto semplice, condiviso con altri membri del clero che vivono nella medesima struttura. La condivisione impronta lo stile di Bergoglio anche nel governo della Chiesa universale: già a settembre del 2013, il Papa istituisce un “Consiglio di Cardinali” con il compito di aiutarlo nel suo operato e di studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana, firmata nel 1988 da Papa Wojtyła. Il documento è tuttora in fase di elaborazione ed ha come titolo provvisorio Praedicate evangelium.

La riforma della Chiesa

L’attuale Pontificato guarda molto alla riforma della Chiesa: il progetto di Francesco, indicato già nel 2013 nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, è il rinnovamento delle strutture ecclesiali, affinché siano sempre più missionarie. In questi nove anni, il Papa ha istituito nuovi organismi di governo, tra cui il Dicastero per la Comunicazione e la Segreteria per l’Economia, avviando processi continui di miglioramento anche in ambito economico e finanziario. In tempi recenti, il Pontefice rinnova gli Statuti dello Ior e dell’Autorità di informazione finanziaria, che diventa Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria (Asif), e firma il Motu proprio “Circa alcune competenze in materia economico-finanziaria”, con il quale la gestione di fondi e immobili della Segreteria di Stato, compreso l’Obolo di San Pietro, viene trasferita all’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica), mentre si rafforza il ruolo di controllo della Segreteria per l’Economia, con funzioni di Segreteria per le materie economiche e finanziarie. Firma anche la lotta alla corruzione, con il varo di disposizioni specifiche sulla trasparenza nella gestione della finanza pubblica.

Fonte: Vatican News



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