13 marzo 1966: la benedizione delle nuove Campane a S. Maria delle Grazie

Nel giorno anniversario della Benedizione delle Campane della Chiesa di S. Maria delle Grazie pubblichiamo un interessante spaccato di storia locale a firma del giovane Alessandro Ferrara e, a piè di pagina, le foto dello straordinario allegato al Vita Cristiana di Maiori del tempo pubblicato in occasione di tale evento.

Il nuovo concerto di Campane della Chiesa di S. Maria delle Grazie

di Alessandro Ferrara

Le “nonne” della parrocchia raccontano che la vita era molto diversa rispetto a quella di oggi, i bambini andavano a scuola al mattino e nel pomeriggio, oltre che a giocare, si dedicavano a sbrigare piccoli lavori agricoli. Il suono delle campane era importante sopratutto perché non c’erano molti orologi da consultare durante il giorno. Le signore sentivano le campane, ogni campana aveva un suo diverso significato ed ogni suono indicava la fine o l’inizio di vari momenti della giornata. Un suono particolare indicava il mezzogiorno, così chi era lontano da casa sapeva che era ora di pranzo. Un altro suono importante era l'Ave Maria, il momento in cui scendeva la sera, per cenare e andare a letto. 

Le campane suonavano alla domenica per invitare alla messa o alla dottrina e quando c’era la festa del Santo Patrono, Natale e Pasqua le campane suonavano solennemente. Il suono delle campane indicava anche i pericoli: il parroco quando minacciava un temporale o una grandinata suonava le campane e la gente di quei tempi bruciava davanti casa dell’ulivo per allontanare la tempesta. 

Le campane annunciavano anche la dipartita del popolo Santo come accade ancora oggi. La campanella e la campana da concerto, a S. Maria delle Grazie, cessarono di dare il loro squillo armonioso dopo lo sbarco degli alleati del 8 settembre 1943. Difatti gli alleati posero l’avamposto in questa Parrocchia ed il campanile servì da osservatorio per oltre un mese: tuonò il cannone... trambusto d’ogni genere in quella circostanza. Anche la terza campana, la maggiore, dal tocco risaputo e caro a ogni fedele, la domenica delle Palme del 11 aprile 1965, con la Chiesa gremita di gente, dopo aver cantato “Hosanna, al Figlio di David! ” si chiuse nel silenzio, e cosi si senti l’assenza dei Sacri Bronzi circa per un’anno. Questa campana, che da secoli ha chiamato i fedeli ai sacri riti, spesso suonò a stormo per allontanare le tempeste ma nella notte dell’alluvione del '54 in continuazione suonò dalle ore 9 di sera fino alle 4 del mattino in segno d'implorazione: a S. Maria delle Grazie non si registrò vittima alcuna.

Rito di Benedizione

Dopo tante incertezze, il parroco costituì un comitato d’onore e inviò una lettera a tutti i capi-famiglia il 2 luglio 1965, festa di Maria SS. delle Grazie.

Il 5 febbraio dell’anno successivo, lo stesso Mons. Vincenzo Florio ed i fedeli della Parrocchia di S, Maria delle Grazie si radunarono in Chiesa a pregare intensamente Dio, per intercessione di Maria SS, delle Grazie, per la buona riuscita della fusione dei Sacri Bronzi. 

Nei giorni successivi arrivò una lettera da parte della Pontificia fonderia di campane "Marinelli": «Reverendissimo Monsignore, siamo lieti di comunicarLe che, con Sua spirituale presenza, stamane abbiamo fuso felicemente le sue campane. Con molti fervidi auguri ed ossequi ci confermiamo devotissimi» (Agnone, Molise, 5 febbraio 1966) .

Il parroco dopo che ebbe ricevuto la lettera di Marinelli, rinviò una seconda lettera atutti i capi famiglia di Maiori per comunicare che la fusione delle campane era avvenuta e che alla fine del marzo successivo, dopo la solenne consacrazione, sarebbero saliti sul ventusto e antico campanile, per annunciare, con il loro squillo sonoro, la Resurrezione del Signore per poi cantare: «nei secoli Gloria a Dio e alla Vergine Santissima e Pace in terra».

Il 13 marzo del 1966 si tenne la consacrazione delle tre campane dopo un’anno segnato da un clima di rigido silenzio. La solenne celebrazione e la benedizione dei Sacri Bronzi fu presieduta dall'Abate Mons. Cesario d'Amato, originario di Scala, pro-presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, membro della commissione “De sacra Liturgia” del Concilio Ecumenico Vaticano II, presidente della congregazione Benedettina Cassinense. Assistette l'eccellentissimo presule i Rev.mi Mons.ri Vincenzo Florio e Andrea Di Nardo, parroco di Minori; Don Matteo Palumbo, parroco di Villa Amena di Minori e Don Clemente Confalone, canonico dell'Insigne Collegiata di Maiori. La cerimonia riuscì sontuosa e solenne, la neve caduta eccezionalmente tutt’intorno, offriva uno scenario inconsueto e conferiva ai riti un senso di solennità e di forte emozione. Nei giorni successivi dalla consacrazione delle campane, dagli artigiani della parrocchia portarono i Sacri Bronzi sul campanile perchè risuonassero il loro primo squillo nella notte di Pasqua il successivo 10 aprile. "Padrino" delle Campane, per volere di Mons. Florio, fu il giovane giornalista Sigismondo Nastri.

La campana minore fu un dono della Badia di Cava, alla quale l'intera Città di Maiori è legata da antica tradizione.

Molti ringraziamenti e molte Benedizione furono invocate dalla Madonna delle Grazie, altrettante vanno al parroco Mons. Vincenzo Florio e a tutti i benefattori che largamente contribuirono alla loro realizzazione.



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