Il bacile con le rose nella mattina dell'Ascensione

In Costa d'Amalfi e in altre località della Campania è tradizione lavare il viso, di primo mattino, con l'acqua preparata, la sera del Sabato, all'interno di un bacile insieme con rose ed erbe profumate e posta sui davanzali delle finestre. Questo antico rito, semplice e genuino, è stato ben spiegato nel 2009 da Mons. Arturo Aiello, attuale Vescovo di Avellino, durante l'omelia della Vigilia dell'Ascensione. Lo riproponiamo a beneficio dei nostri lettori: buona Domenica!

Il vostro corpo è esposto alla Gloria

Trovate un po’ di tempo per fare questo rito, un piccolo rito familiare. Andate in un giardino: se l’avete a casa o se avete un po’ di rose (ce ne sono tante, adesso, fiorite) in un vaso. Prendete una rosa, due, magari, anche un po’ di erbe profumate, sfogliate la rosa e deponetela in un bacile colmo d’acqua sulla superficie. Mi state seguendo? Allora, stasera, raccogliere i fiori, togliere i petali, riempire un bacile d’acqua e poi mettere su le rose. Prendete il bacile e ponetelo fuori, sul davanzale. È una bellissima tradizione che ci hanno trasmesso i nostri nonni e che abbiamo perduto. Perché si mette fuori? Perché, dicevano i nostri nonni, che Gesù, prima di ascendere al cielo, anche col suo corpo, benedice tutte queste acque profumate di rosa che poi noi utilizzeremo. Come? Bevendola? No, state tranquilli, non si beve, ma domani mattina, anziché lavarvi sotto il rubinetto come al solito, prendete il bacile con le rose, quindi acqua profumata, e lavatevi il volto. È una liturgia che dovete ripetere ogni mattina dell’Ascensione. Che significa lavarsi con acqua e rose? Questa cosa la facevano nell’antichità i re, le regine, i principi, le principesse. Ovviamente, non la preparavano loro, ma i servi che versavano l’acqua e poi prendevano le erbe profumate (allora non c’erano i bagnoschiuma alle essenze e quindi si andava direttamente ai fiori). Quindi il re e tutte le persone nobili facevano il bagno nell’acqua con le rose, nell’acqua con i fiori, con le erbe profumate, ma questa cosa adesso non riguarda più i re e le regine - non ce ne sono più, per fortuna - ma riguarda tutti, perché tutti in Grazia del Battesimo e della Cresima siamo costituiti re e regine. [...] Quando faremo questo gesto è come se voi diceste: questo gesto racconta la mia regalità. E qualcuno potrebbe dire: “Esagerato!”. No, è così! Perché il mio corpo è esposto nella Gloria di Dio [...] è l’Ascensione, oggi ti devi lavare così, perché questa liturgia ti ricorda la regalità che Gesù ti ha lasciato, defraudandoti di quel corpo che ti ha chiesto in prestito e che non ti ha più ridato. Una volta tanto, non ridare ciò che si è preso è una fortuna. Normalmente, noi dobbiamo restituire quello che ci è stato dato, ma nel caso di questo “furto dell’Ascensione”, invece, è una fortuna. Bravo, Gesù, che ti sei dimenticato di lasciarci il corpo che ti avevamo prestato attraverso Maria: bravo perché la Tua presenza, nella Gloria di Dio, nel nostro corpo, è segno di speranza che anche per i nostri corpi c’è un destino di Gloria.

Mons. Arturo Aiello



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