Cosa significa consacrarsi a Maria?

 

Cosa significa "atto di consacrazione" a Maria e perché si fa

di Gianni Cardinale

Papa Francesco ha deciso di consacrare la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Lo farà il prossimo venerdì 25 marzo durante la Celebrazione della Penitenza che presiederà alle ore 17 nella Basilica di San Pietro. Lo stesso atto, sempre nel giorno in cui la Chiesa festeggia la Solennità dell’Annunciazione del Signore, sarà compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di sua santità, come inviato del Santo Padre. La notizia è stata diffusa ieri con una Dichiarazione del direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni. 

L’atteggiamento o l’atto di consacrazione a Maria risale almeno all’VIII secolo con Giovanni Damasceno, al quale dobbiamo la prima formula di consacrazione a Maria, espressa con il verbo anatíthemi (= dedico, consacro, offro nel culto): “Anche noi oggi ti restiamo vicini, o Sovrana, […] legando le nostre anime alla tua speranza, come a un’ancora saldissima e del tutto infrangibile (cf Eb 6,19), consacrandoti mente, anima, corpo e tutto il nostro essere e onorandoti, per quanto è a noi possibile, ‘con salmi, inni e cantici spirituali’ (Ef 5,19)”.

Come ricordava il mariologo padre Stefano De Fiores il termine consacrazione ritorna in autori carmelitani del Seicento, per esempio in Léon de Saint Jean, il quale ritiene che “il più completo olocausto che un’anima devota possa fare, è di consacrarsi a Dio, a Gesù, a Maria e a tutta la loro benedetta famiglia”.

"Consacrarsi alla Madonna", sottolineava, padre Gabriele Amorth, “vuol dire accoglierla come vera madre, sull’esempio di Giovanni, perché lei per prima prende sul serio la sua maternità su di noi. La consacrazione è un Atto complesso, che si diversifica nei vari casi: altro è quando un fedele si consacra personalmente, assumendo impegni precisi, altro è quando si consacra un popolo, un’intera Nazione o addirittura l’Umanità”.

Il religioso paolino ricordava poi che in tutto il Medioevo era una gara di Città e Comuni che "si offrivano" alla Vergine, spesso presentandole le chiavi della Città in suggestive cerimonie. Nel sec. XVII poi iniziarono le grandi consacrazioni nazionali: la Francia nel 1638, il Portogallo nel 1644, l’Austria nel 1647, la Polonia nel 1656… La solenne consacrazione dell’Italia avvenne più tardi, nel 1959, “anche perché non aveva ancora raggiunto l’unità al tempo delle consacrazioni nazionali”.

L’atto di consacrazione è tradizionalmente rivolto a Gesù, alla Beata Vergine Maria, a San Giuseppe e ai tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Il 5 luglio 2013, ad esempio, Papa Francesco ha consacrato lo Stato di Città del Vaticano a san Giuseppe e a san Michele Arcangelo.

Fonte: Avvenire.it

La storia delle consacrazioni

In termini ecclesiastici, l’atto di consacrazione intende il rituale nel quale si pone un oggetto, una persona, una comunità al servizio di Dio: nello specifico, parlare di atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina prende spunto dalle apparizioni della Madonna a Fatima nel 1917. In quel caso, ricorda Vatican News, la Santa Madre di Dio aveva chiesto ai tre pastorelli portoghesi «la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato» affermando che, qualora non fosse stata accolta questa richiesta, «la Russia avrebbe diffuso i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa». Ancora la Madonna di Fatima “sentenziava” l’urgenza di tale consacrazione: «I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte». Nello specifico dell’episodio storico di Fatima, la Madonna invitava alla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria tramite una pronuncia del Papa «in unione con tutti i vescovi di mondo e promettendo di salvarla con questo mezzo».

Furono poi tre diversi Papi a porre l’atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria: Pio XII nel 1942 e 1952, Paolo VI nel 1964 e San Giovanni Paolo II nel 1981 e e il 25 marzo 1984. Tutti e tre compirono  atti di consacrazione che però riguardavano tutti i popoli della Terra senza menzione specifica della Russia oppure in altri casi erano compiuti non in unione con tutti i vescovi del mondo. Il periodo di guerre mondiali e successivamente di Guerra Fredda aveva fatto preferire massima cautela e prudenza alla Santa Chiesa nel far menzione diretta della Russia sovietica. Nel giugno del 2000 la Santa Sede ha rivelato la terza parte del segreto di Fatima e l’allora arcivescovo Tarcisio Bertone – segretario della Congregazione per la Dottrina della fede – sottolineò che suor Lucia (una dei tre pastorelli di Fatima) in una lettera del 1989, aveva confermato personalmente che «l’atto del 1984 corrispondeva a quanto voleva la Madonna». «Siamo molto felici del fatto che il Santo Padre abbia risposto positivamente alla richiesta dei Vescovi della Chiesa cattolica latina, di tutti i suoi sacerdoti e di tutto il suo popolo», ha affermato l’Arcivescovo Mieczysław Mokrzycki di Lviv (Leopoli), Ucraina in una intervista ad Aci Group. Per il prelato, già segretario di Giovanni Paolo II, il momento è solenne e grave per ripetere l’atto: «Per questa cerimonia vogliamo preparare la nostra gente con una novena che inizierà il 17 marzo», ha aggiunto, «Chiamiamo tutti i cristiani in Ucraina a partecipare a questa novena e saremmo molto grati se l’intera Chiesa nel mondo si unisse a noi in preghiera per questa intenzione». Da ultimo, il vescovo sottolinea come «la Madonna di Fatima nel 1917 disse che alla consacrazione sarebbe seguito un tempo di pace. Quel tempo di pace è finito ora, quindi dobbiamo ripetere l’atto di consacrazione di Russia e Ucraina».

25 Marzo 1984: Giovanni Paolo II consacra la Russia al Cuore Immacolato di Maria.

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