Maggio: il mese dedicato alla Madonna

Pubblichiamo integralmente l'editoriale apparso sul periodico diocesano "Fermento" a firma di don Vincenzo Taiani, direttore dell'Ufficio per l'IRC, Parroco emerito della Collegiata di S. Maria a Mare, già docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico "E. Marini" di Amalfi.

 Maggio: il mese dedicato alla Madonna

di Don Vincenzo Taiani

Quand’è che un figlio si abbandona sul cuore della propria mamma terrena, per sentirne i palpiti, per gustare un abbraccio, per percepire una carezza, per intuire una speranza, per confidarle una pena e ottenerne un conforto? Quando è triste. Quando le cose non gli vanno bene. Quando ha paura. Come oggi. Quando il mondo intero è attanagliato dalla paura per il Covid. Ben venga allora il mese di maggio dedicato alla Madonna, (la Mamma delle mamme), con tutte le sue tradizioni mariane, novene, preghiere, affidamenti, giaculatorie, ininterrotti rosari. Non sanno che cosa si perdono coloro che non sono credenti o che non nutrono devozione verso la Madonna! Sono come orfani di madre, senza rendersene conto. Quanti ricordi affiorano alla mente ogni volta che ricordiamo il mese di maggio della nostra fanciullezza! Come i nostri educatori, catechisti, formatori, ad esempio, nel mese di maggio, ci facevano pescare in un cestino i bigliettini per i cosiddetti ‘fioretti’ da offrire alla Madonna. 
Ma perché il mese di maggio è ‘abbinato’, nella nostra cultura cattolica, alla devozione alla Madre di Gesù fatto uomo, che Don Tonino Bello, il vescovo dei giovani, osava chiamare ‘donna feriale’, titolo che noi possiamo ben tradurre anche ‘mamma feriale’? Perché Maggio è il mese dei fiori e la Madonna certamente è il fiore più bello, dopo Cristo, creato da Dio. In particolare la storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al  XIII secolo, quando Alfonso X, detto il saggio, re di Castiglia e Leon, in “Las Cantigas de Santa Maria” celebrava Maria come ‘Rosa delle rose, fiore dei fiori’. Di lì a poco il beato domenicano Enrico Suso di Costanza, mistico tedesco, vissuto tra il 1295 e il 1366, nel Libretto dell’eterna sapienza si rivolgeva così alla Madonna: “Sii benedetta tu, aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bel viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!”. Ma il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome: siccome alla amata si offrono ghirlande di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria.
L’indicazione di maggio come mese di Maria lo si deve però a un padre gesuita: Annibale Dionisi, religioso, che nel 1725, pubblica a Parma “Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a” veri devoti di lei”. Negli stessi anni, un altro gesuita, padre Alfonso Muzzarelli nel 1785 pubblica “Il mese di Maria o sia di Maggio”. Il resto è storia recente. Nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come ‘il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione”. 
E la storia continua. Perché il mese di maggio continua e si rinnova ogni anno. E continua con noi, e si rinnova oggi, in un periodo buio e triste. Ma lì, nel cielo, c’è una Mamma, che ci accarezza, ci abbraccia e ci sussurra quelle parole pronunziate a Cana di Galilea: “fate quello che vi dirà”. Cioè “credete nel mio Figlio, e abbiate fiducia e speranza in Lui”. E noi, con il nostro cuore stretto al Suo, tra le lacrime, le ripetiamo, in questo mese di maggio, ogni giorno, le parole di don Tonino: “Santa Maria, donna (mamma) feriale […] allenta gli ormeggi delle nostre paure, perché possiamo sperimentare come te l’abbandono alla volontà di Dio nelle pieghe prosaiche del tempo e nelle agonie lente delle ore”.

Fonte: Fermento

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