La Festa di S. Rocco: una devozione di 350 anni!


Per la rubrica “Le pagine del Vita Cristiana”, in occasione della Memoria Liturgica di S. Rocco, nella XX Domenica del Tempo Ordinario, riproponiamo un articolo a firma di Agostino Ferraiuolo per il Vita Cristiana di Maiori N. 7 - 8, Luglio - Agosto, 2006 Anno XLVIII sulla devozione al Santo Pellegrino di cui oggi la nostra Comunità fa memoria.


 LA FESTA DI SAN ROCCO: UNA DEVOZIONE CHE DURA A MAIORI DA 350 ANNI

Ogni anno il 16 agosto, dopo i grandi festeggiamenti dedicati all’Assunta, si onora San Rocco con la celebrazione di più messe nella sua cappella, sita in Piazza Raffaele D’Amato, a fianco del Seggio, sede dell’antica civica amministrazione. La sera di quel giorno, la statua del Santo è portata in processione per il Corso Reginna, in tono minore rispetto al giorno precedente.

San Rocco, nato a Montpellier, nella Francia meridionale, visse nel secolo XIV. Si recò in pellegrinaggio a Roma per venerare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. Sulla via del ritorno, colpito dalla peste, si rifugiò in un bosco, per evitare di contagiare la gente del luogo. Nessuno si prese cura di quel pellegrino gravemente malato. Ma un cane accorreva ogni giorno da Rocco, recando in bocca una pagnotta. Guarito, riprese il cammino verso la Francia. Capitato in una località funestata da guerra civile, a motivo del suo accento straniero, fu scambiato per una spia e imprigionato. Penuria e maltrattamenti ne stroncarono l’ancor giovane vita.

San Rocco è, nel mondo cattolico, invocato come “ausiliatore” dei colpiti dalla peste. A Maiori la devozione per questo santo è documentata da un avvenimento di 350 anni addietro, registrato in un libretto scritto dal canonico don Anello Gambaro (Maiori, 1622 - Salerno, 1669), oggi conservato nell’Archivio Parrocchiale della nostra Collegiata, in appendice al primo Libro dei defunti (1616-1697). Oltre all’elenco cronologico dei morti del centro cittadino, è riportato anche l’elenco degli appestati delle frazioni Vecite (S. Martino), Ponteprimario (S. Maria del Principio) e una carta sciolta con l’elenco dei sacerdoti periti. La prima pagina inizia con la seguente notizia: “Si nota come all’8 di Maggio 1656 essendo morto Jacovo Focazzo con una glandula nella anguinaglia il quale venne da Napoli per marinaro con una barcha di Minori carrica di pezze quale si pretende che fossero state

impestate per la gran mortalità sequita di detto male tanto in questa Città di Maiori, come ancora nella Città di Minori et è sequita per tutta la Costa et in Napoli vi è stata gran mortalità quale ponerò appresso se Dio mi donarà vita per Sua Santa Misericordia et fra tanto notarò tutti li defonti di questa nostra Città di Maiori. Don Anello Gambaro Canonico et Procuratore Generale del Reverendissimo Capitolo di Maiori”. Il canonico riporta per ciascun defunto allistato il giorno e il mese del decesso, il nome, il cognome e, per alcuni, il soprannome. In alcuni casi scrive solo “la figlia di...” (annotando il nome o il soprannome paterno). L’analisi del documento ci fa conoscere che, durante l’epidemia, morirono ben 8 sacerdoti (Dignità e Canonici) della Collegiata, tutti i parroci delle quattro parrocchie (S. Pietro, S. Maria delle Grazie, S. Martino e S. Maria del Principio), il Priore degli eremiti dell’Avvocata e 9 monache del Monastero francescano di S. Maria della Pietà. Non possediamo dati riguardanti i religiosi francescani, in quanto le morti non erano registrate presso la parrocchia, bensì nell’obituario del convento. Il totale dei defunti fu di 366 maschi e 456 femmine... Morirono fino a 22 (22 giugno) o 23 (11 luglio) persone al giorno. Il 15 agosto morirono solo 2 persone ma... il 16 agosto (dedicato a San Rocco) il canonico Gambaro annotò: “Per grazia di Dio oggi non è morto nessuno”. La morte continuò a mietere sempre meno vittime dopo quella data: l’ultimo a morire fu il signor Giuseppe Mezzacapo il 7 novembre 1656. Il totale dei morti dall’8 maggio al 7 novembre 1656 fu, dunque, di 844 persone. Ancora è registrato in Archivio, nel secondo Libro dei Matrimoni (1637-1722), la notizia “Ad futuram rei memoriam” che rimasero in vita il Prevosto Francesco Roppoli (il quale, benché colpito dal contagio, riuscì a sopravvivere) e 4 Canonici: D. Matteo Russo, D. Anello Aurosicchio “benchè fosse già d’infermo d’altro antica sua infirmità”, D. Anello Gambaro e D. Antonio di Grado. A causa della morte dei parroci dei villaggi “fu necessario che li Sacramenti parrocchiali s’amministrassero nella suddetta Chiesa Collegiata di S. Maria a Mare” con l’autorizzazione dell’Arcivescovo di Amalfi mons. Stefano Quaranta. Per ringraziare l’evento del 16 agosto, attribuito alla intercessione del Santo, il popolo maiorese decise di cambiare il titolo della piccola cappella di San Sebastiano (antico protettore contro gli strali della pestilenza) dedicandola a

San Rocco, nuovo e più efficace protettore, e, da allora, ogni anno si celebra solennemente la festa. L’alluvione della notte tra il 24 e 25 ottobre 1954 danneggiò la chiesetta e distrusse la statua di cartapesta rappresentante il Santo in preghiera. Appena fu possibile raggiungere la piazza, invasa da una quantità enorme di fango e detriti, il canonico don Clemente Confalone (al tempo rettore pro tempore della Collegiata, in attesa che mons. Nicola Milo ne prendesse possesso), constatando i gravissimi danni e la devastazione subita dal luogo sacro, non riuscendo in alcun modo a vedere dove la statua fosse finita, allungando il collo e aguzzando gli occhi pieni di lacrime, dietro le spesse lenti appannate, sconsolato ripeteva: “Rocco, Rocco, dove sei?”... ma la statua purtroppo si era dissolta nella fanghiglia.

Poco tempo dopo la cappella fu riparata e decorata dall’artista Gioacchino Capone (pronipote del famoso pittore maiorese Gaetano Capone) e Mons. Nicola Milo acquistò, nel 1956, per sessantamila lire, a Ortisei, la statua lignea di San Rocco, (vedi foto) opera di Giuseppe Stuflesser, che ora è esposta nella cappella e che si porta in processione.


Per motivi legati alla Pandemia da Covid-19 i festeggiamenti di quest’anno non vedranno la tradizionale processione per le vie del Corso Reginna e sarà interdetto l’accesso alla Cappella, recentemente ristrutturata per interessamento e a devozione di Gianluca Apicella, presidente del Comitato Festeggiamenti Civili “S. Maria a Mare”.

Questa mattina si sono tenute in Collegiata due S. Messe con la Statua del Santo esposta. La celebrazione Eucaristica di questa sera, alle ore 19, sarà diffusa in diretta streaming sulla Pagina facebook della Parrocchia.


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