«Sangue nostro»: Maiori ed Atrani nel segno di un antico legame

Nel segno di un antico legame, tra segni e leggenda

di Francesco Reale

La storia e le tradizioni configurano il volto spirituale di tanti centri che costellano la Divina Costiera. Essi ne definiscono i tratti e ne manifestano lo spirito costitutivo. Capita non di rado che esse si intreccino alla leggenda, la cui verosimiglianza, non potendosi essa ascrivere all'ambito delle scienze, non è certo misurabile con il metro della storia. L'analisi  di tali racconti necessita che si trascenda lo studio delle tracce materiali in favore di quelle spirituali, che si guardi alla profondità con cui gli effetti di simili storie incidono sui caratteri spirituali degli uomini. È in questo modo che ci apprestiamo a ripercorrere una storia nella quale il profumo e la suggestione della leggenda si presentano in forma così decisa da indurci a non considerarla altrimenti e ad approcciarci ad essa con serena e pietosa compassione.
La Chiesa universale celebra oggi la Festa di S. Maria Maddalena, l'Apostola degli Apostoli a cui il Cristo affidò il primo annuncio della Resurrezione e che Atrani onora da tempo immemorabile quale particolare protettrice. La città di Maiori vanta un legame particolare con il Borgo marinaro più piccolo del Sud Italia, suggellato con la peculiare espressione di «sangue nostro», alla cui origine vi è il presunto avvenimento che andiamo a narrare.

Manfredi Nicoletti, Festa ad Atrani,
pittore di Maiori, 1936
I racconti degli anziani maioresi ci tramandano che sul finire del sec. XVI alcuni giovani pescatori di Atrani, nel mentre erano di ritorno dalla giornata di lavoro a bordo del proprio gozzo, notarono una strana imbarcazione far rotta a lucerne spente verso il litorale di Maiori. Avendo inteso che potesse trattarsi di un attacco piratesco, una volta raggiunta la spiaggia del Borgo marinaro accesero in quel luogo un enorme falò ed intimarono agli astanti di imbracciare le armi e ad imbarcarsi con loro. 
Le vedette di Maiori, inconsce di ciò che di lì a poco si sarebbe consumato, colsero l’insolito segnale proveniente dalla spiaggia dirimpettaia e prepararono la controffensiva all’attacco imminente. D’altro canto il peggio fu scampato grazie all’intervento dei marinai atranesi che sorpresero alle spalle la flotta nemica lottando al fianco dei pescatori di Maiori. 
Le città costiere ebbero la meglio ma grande fu il tributo di vite sacrificate per la loro salvezza: il mare, da azzurro cristallino, si tinse del sangue del sacrificio di molti. Un’anziano, scorgendo quello spettacolo così singolare, avrebbe affermato: «sang' nuost'». Appellativo con il quale ancora oggi i due popoli usano identificarsi. 
Su questa leggenda molte sono state le controversie: come detto, nessuna traccia prova la veridicità di un simile racconto. Un dato è certo: ancora oggi, nelle rispettive feste patronali, Maiori ed Atrani usano salutarsi accendendo un falò a ricordo di quell’avvenimento, perduto nella notte dei tempi. 
A Maiori è attestata sin dal 1600 la presenza di «una novella chiesa, stotto la invocazione di S. Maria-Maddalena» (F. Cerasuoli, Scrutazioni...); nella sagrestia dell'Insigne Collegiata, inoltre, è conservata una straordinaria tela di S. Maria Maddalena penitente, copia di Gaetano Capone di quella del Tiziano, conservata all'Ermitage di San Pietroburgo. 
Fino ad una decina d'anni fa, i Portatori delle Statue di S. Maria Maddalena e di S. Maria a Mare erano soliti incontrarsi in occasione delle processioni delle Solennità patronali, così come i rispettivi sindaci.
Questa sera, ancora una volta, il Parroco dell'Insigne Collegiata di Maiori, don Nicola Mammato, presiederà la Solenne Eucarestia nella Festa liturgica dell'Apostola degli Apostoli.
A noi tutti, maioresi ed atranesi, che celebriamo la ricorrenza odierna: possiamo continuare a coltivare il seme della comunione spirituale. I nostri Santi patroni continuino a vegliare su di noi quali garanti di questo proposito!


Post popolari in questo blog

«La Risurrezione» di Manzoni: l’inno del credente alla vita eterna

"La Diva del mare": storia del Canto dei Maioresi

«Tempo di credere»: l'augurio del Vita Cristiana con le parole di Don Primo Mazzolari