#DonNicola50: la testimonianza di Don Angelo Mansi
Per il ciclo di testimonianze in occasione del 50° anniversario di ordinazione Presbiterale di don Nicola Mammato, pubblichiamo il contributo di Don Angelo A. Mansi, suo amico di lunga data, Parroco del Duomo di Ravello e Vicario diocesano per la Pastorale. Buona lettura!
Il mio primo incontro con Don Nicola da seminarista a
Ravello, nel 1975, in una mattina di Gennaio, a casa di mia nonna paterna, dove
lui giunse per avviare il suo corteo esequiale verso la chiesa di Santa Maria a
Gradillo: mi colpì subito la sua identità da pacioccone, semplice, affabile. In momenti di solennità, in quel
periodo, mi recavo da lui, parroco al Lacco per il servizio liturgico
all’altare e mi colpiva il portamento devoto nel celebrare, ma anche
l’immediatezza comunicativa con cui sapeva catturare l’attenzione dei fedeli
quando commentava la Parola: un tratto del su fare pastorale che Don Nicola non ha mai tralasciato.
Nel Novembre del 1980, a pochi mesi dall’Ordinazione, gli
succedetti nella guida pastorale nella parrocchia di san Michele a Torre di
Minori: era la sera del 23 Novembre, a poche ore dal terremoto che destò paura
anche in Costa d’Amalfi. Al termine della celebrazione, con Don Nicola
scendemmo da Torre per fare ritorno alle nostre abitazioni e, lui per strada mi
diede ulteriori consigli e affettuosi moniti per i miei primi passi da parroco.
Nel corso degli anni, ho sempre apprezzato la sua simpatia,
il suo parlare e il suo essere concreto
nelle diverse situazioni pastorali, con la sua decisionalità e con la sua
pacatezza d’animo, fatta di pazienza e spiccata comprensione verso tutti.
Accostarsi a, lui significa trovare in lui non solo un
confratello, ma un amico di vecchia data, ma ancor più un vero parente a cui, con la sua cadenza
espressiva affettuosa e disarmante, puoi dialogare, puoi chiedere consiglio,
puoi sentirti incluso nel suo animo, sapendo che lui c’è quando lo cerchi, lui
dà ascolto e valore a ciò che gli esprimi.